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Calcio, processo Gea: Miccoli alla Juve emarginato da Moggi

Fabrizio Miccoli contro Luciano Moggi. Tutta a favore dell'accusa la testimonianza dell'ex attaccante della Juventus, ora al Palermo, nel processo Gea. Miccoli ha detto di aver ricevuto pressioni dopo essere stato acquistato dalla Juve per lasciare il suo procuratore e, dopo il suo rifiuto, di essere stato poi emarginato da Luciano Moggi. «Io ho sempre avuto come procuratore Francesco Caliandro- ha ricordato l'attaccante salentino-. Nel 2004, quando ero in prestito al Perugia ma già di proprietà della Juventus, mi telefonò Antonio Conte, all'epoca giocatore della Juve che non avevo mai conosciuto prima se non per il fatto che è della mia stessa città, Lecce. Conte mi disse di passare la procura ad Alessandro Moggi visto che l'anno dopo sarei tornato alla Juve e che Alessandro Moggi avrebbe potuto aiutarmi a restare. Io però rifiutai e rimasi col mio procuratore». Cosa che, a detta di Miccoli, al suo arrivo alla Juve gli ha creato subito problemi con Luciano Moggi. «Con lui ho avuto parecchi problemi sin dall'inizio. Per esempio mi fece togliere gli orecchini, che da regolamento interno non potevano essere portati ma che furono fatti togliere solo a me e non ad altri compagni. Mi emarginava e non mi faceva parlare, mentre con i compagni ho sempre avuto un ottimo rapporto. Ho saputo poi dai giornali che altri giocatori come Amoruso e Grabbi avevano avuto gli stessi problemi con Luciano Moggi. Quando ero alla Fiorentina in comproprietà con la Juve, rilasciai un'intervista in cui dissi che volevo rimanere a Firenze e non tornare a Torino proprio perchè c'era Moggi. Per me sarebbe stata un tragedia. Alla fine però la Juve mi riscattò, andai in ritiro con la squadra e nessuno all'inizio mi fece pesare quella intervista. Ma quando in ritiro andammo a festeggiare dal sindaco la conquista dello scudetto io fui fatto restare nel pullman». E ancora, a domanda dell'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Alessandro Moggi, Miccoli ha citato altri episodi: «Una volta ero in ritiro con la Juve e venni chiamato col mio procuratore da Moggi che mi disse che aveva trovato l'accordo col Portsmouth. Io rifiutai, non volevo andare in Inghilterra perchè avevo una bambina piccola e mia moglie non voleva andare all'estero. Allora Moggi mi disse che mi avrebbe fatto smettere di giocare, aggiunse che in Italia non mi voleva nessuno perchè avevo un carattere difficile e che la Juve non poteva permettersi di perdere 2 milioni di euro all'anno». La Bongiorno ha chiesto da cosa sarebbe nata questa ostilità e Miccoli ha precisato: «L'atteggiamento ostile - riferisce l'agenzia Dire - era solo di Luciano Moggi e penso sia stato la conseguenza del mio rifiuto di dare la procura al figlio Alessandro, visto che ero al primo anno nella Juve e non c'era altro motivo». Intanto le difese valuteranno appena avranno gli atti la possibilità di denunciare per falsa testimonianza Franco Baldini per le dichiarazioni sui rapporti che intercorrevano tra lui e il maggiore dei carabinieri Attilio Auricchio. Il pm Palamara ha invece chiesto al tribunale la possibilità di fare un confronto tra Baiocco e Baldini sulle dichiarazioni rese dai due a proposito della revoca della procura di Allegrini, ex procuratore di Baiocco.

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