nella foto: In passerella Diego Armando Maradona con la figlia Dalma e il presidente della giuria Emir Kustirica. Il regista serbo sta lavorando a un documentario sulla vita del campione argentino

CANNES - E' stato il festival dei grandi maestri in concorso, quelli sugli anta, quelli che vai sul sicuro: Lars Von Trier, Gus Van Sant, Michael Haneke.

La famiglia in pericolo e la paternità, rimpianta o negata: questi i temi più affrontati dai cinefili Dardenne, vincitori della palma d'oro con L'enfant, e da Jim Jarmusch, la cui 'versione commedia' ha conquistato il gran premio della giuria.

E' stato un festival western, negli orizzonti dipinti da Tommy Lee Jones, premio come attore e alla sceneggiatura con le sue 'Tre sepolture', da Wim Wenders e dal texano Robert Rodriguez che con la sua sfilata in cappello da cowboy incarna lo spirito della frontiera.

Resteranno le immagini del seno nudo di Sophie Marceau sulla Montée des marches' e di una diafana Sharon Stone scortata dai soldati clone di guerre stellari. Ma anche la silouette rotonda della israeliana protagonista del film di Amos Gitai, Hana Laszlo.

E' stato il festival di Maradona olè, piombato all'improvviso, e del suo amico Emir Kusturica e della sua giuria roulette. Dei bambini che per la prima volta hanno varcato il palazzo del cinema, dei precari che hanno lanciato banconote false contro una rassegna venduta agli sponsor, l'anno degli anatemi anti-Bush, ormai d'ordinanza per qualunque regista che si proclami indipendente.

E' stato il festival degli alberghi troppo pieni, dei panini troppo cari, delle file interminabili per qualsiasi cosa, anche per dire addio a questa edizione 2005. (trovacinema)

Napoli Magazine