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DE LAURENTIIS A N.M.: "L'ANNO PROSSIMO SI TORNA ALLA DENOMINAZIONE SSC NAPOLI"



Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista a "Napoli Magazine", in occasione del "Premio Palizzi", conferitogli nell'omonimo istituto per essersi prodigato "a Napoli per Napoli": "Il Napoli? Sono undici leoni; poi ci sono anche coloro che sono in panchina quindi sono più di undici. Cominciamo con i magnifici 11. Una volta c'era il film "Gli 11 moschettieri", un film sul calcio che fece mio zio negli anni '50. I caroselli in caso di promozione? Voglio che si facciano ma capisco chi dice che bisogna andare avanti. Questo è un viaggio che abbiamo iniziato; è un viaggio lungo. Non ci si può mettere con il broncio e dire che la Federazione non ci ha fatto un bel regalo a metterci in C. Ormai in C ci stiamo e se, facendo gli scongiuri, dovessimo rimanerci noi continueremo a non disperarci anche perchè sappiamo che se avessimo iniziato il campionato con la squadra attuale avremmo concluso la stagione con 80 punti. E' chiaro che siamo tranquilli. Sappiamo il valore della squadra, però purtoppo abbiamo avuto una prima parte del campionato che non ci ha aiutato e quindi dobbiamo mettere anche questo sul conto. Dovendo fare le persone obiettive siamo coscienti che potrà esserci ogni tipo di risultato. La Sambenedettese è una squadra forte. Quando ha giocato in trasferta ha disturbato anche squadre importanti. L'Avellino è una squadra molto energica e fisica, dotata di grandi talenti per la categoria della C e quindi noi sappiamo che non è una passeggiata. Ce la metteremo tutta. I ragazzi sono in forma splendida, sono molto motivati, sono carichi. Il San Paolo è carico di voglia di esplodere positivamente quindi questa carica positiva darà vigore ai nostri moschettieri in campo e speriamo di farcela. Se non dovessimo farcela non voglio vedere la tristezza sulle facce di chi ci sta accompagnando in questo progetto di rinascita. Alla rinascita bisogna crederci veramente altrimenti è inutile gioire anche per la vittoria dei play off; è pur vero che stiamo giocando i play off e non la Champions League. La strada per la Champions League è ancora lunga e quindi non ci possiamo fermare sulla strada della prima osteria che troviamo chiusa. Dobbiamo andare avanti tutti quanti uniti con la coscienza che Napoli è una grande città che merita il grande calcio. L'arbitraggio di Damato? Quello che ho visto lo voglio commentare al termine dei play off. Non voglio aggiungere fastidiose situazioni che possono pesare sulla squadra. La squadra deve essere sollevata dai miei pensieri che esternerò al termine dei play off. Gli arbitri sono umani e possono sbagliare. Nel caso di San Benedetto molta responsabilità era del guardalinee. Il Napoli non ha due facce; ha una grossa tenuta rispetto alle altre due squadre. Questa grossa tenuta fisica fa sembrare il Napoli più forte nel secondo tempo. Reja è un grande opportunista; ha avuto il problema che la tifoseria della Samb non gli permetteva di comunicare. Reja ha comunicato con la squadra attraverso Abate che si trovava sulla fascia; per far capire a Montervino che doveva cambiare posizione Reja ci ha messo circa 20 minuti. Nel momento di confusione abbiamo subito il gol. Il Napoli deve ancora mostrare la vera faccia, questo Napoli ha tutti giocatori straordinari. Ci troviamo con una difesa sostituita da talenti uguali agli altri che però non giocano da tempo; avere due talenti per ogni ruolo non è facile. Ci vorrebbero tre settimane per ogni settimana di allenamento per provare beni gli schemi e per verificare chi sta più in forma. La situazione è più complicata poichè abbiamo consegnato a Reja due squadre invece di una. Ho sempre detto che per me che sono nuovo, il calcio è da rifondare. Ho ascoltato per 8 mesi le lamentele di terzi. Se tutti si lamentano vuol dire che qualcosa non funziona; per questo dopo il campionato bisogna sedersi attorno ad un tavolo per discutere di ciò che non va. Voglio fare un regalo ai ragazzi del 1926 che mi hanno accompagnato in questo primo viaggio. Io ho sempre tenuto da parte la vecchia denominazione SSC Napoli, che avevo acquistato dal Tribunale. Poichè non volevo che in quella storica denominazione ci fosse un anno di serie C in un attimo mi sono inventato la denominazione "Napoli Soccer", che però fino ad adesso ci ha portato abbastanza bene. Finiti questi play off, ritorneremo, se andiamo in B, alla vecchia denominazione. Se non andremo in B chiederò ai ragazzi del 1926 il permesso di anticipare la ridenominazione. Se Reja avesse iniziato il campionato con la squadra attuale ribadisco che avrebbe chiuso la stagione con 80 punti. Marino è inamovibile; siamo fratelli siamesi: se mi stacco io muore lui e viceversa".

Antonio Petrazzuolo

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