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Calcio, Argentina: dopo il crollo con la Bolivia, Maradona sotto processo



BUENOS AIRES (Arg) – L’unica cosa sicura dopo la partita disputata dall’Argentinaa La Paz, la quarta del nuovo ciclo marcato Maradona, è che la gente non si scorderà mai quanto accaduto nei 90 minuti di gioco contro la Bolivia. I giornali hanno subito rievocato le delusioni dei peggiori risultati ottenuti dall’albiceleste nella sua storia, dalla sconfitta contro la Cecoslovacchia nel Mondiale di Svezia 1958, al più recente 5-0 casalingo subito nel 1993 dalla Colombia nel girone di qualificazione mondiale. Se dopo le prime tre partite la squadra di Maradona aveva conquistato tutti segnando, giocando bene e non subendo nessun gol, la sconfitta contro la Bolivia ha spinto opinionisti e siti internet a lanciare un grido d’allarme. Raccontado il pomeriggio boliviano con aggettivi quali "umiliante" e "vergognoso", la stampa ha definito la squadra "un fantasma", additando Maradona come principale responsabile.

"6 PUGNALATE AL CUORE" – Così ha definito Maradona la tremenda sconfitta subita contro la Bolivia a chi, nella conferenza stampa dopo la partita, gli chiedeva cosa si sentiva di dire a tutti gli argentini sconvolti per i 6 gol incassati. "E’ stata una vittoria meritata, ottenuta con un gioco migliore del nostro", ha subito riconosciuto Maradona, scatenando il boato d’approvazione dei giornalisti locali e dicendosi "sorpreso per l’atteggiamento della squadra", ma anche "tranquillo, perché certe cose succedono e bisogna voltare pagina e ricominciare". Il punteggio è stato tanto schiacciante che Maradona non si è aggrappato alla scusa dell’altura, ammettendo che "la squadra è stata irriconoscibile". Ma, da buon condottiero, non ha puntato il dito contro i suoi ragazzi, che anzi ha cercato di consolare immediatamente dopo il fischio finale.

AUTOCRITICA – All’arrivo all’aeroporto argentino di Ezeiza, nella notte, i volti dei giocatori erano ancora scossi. C’è chi giura di aver visto Tevez con le lacrime agli occhi, ma sono stati pochi quelli che hanno parlato con la stampa. A caldo, Maradona ha detto di essere "orgoglioso di loro come il primo giorno che li ha allenati", ma chi ha avuto il coraggio di parlare non ha nascosto le proprie responsabilità, come Heinze e Mascherano. "Per alcuni giocare in altura è stata una novità, per altri no. Comunque non può essere una scusa, semplicemente hanno giocato meglio di noi e ci hanno sovrastato", ha ammesso il capitano, oggi sui giornali simbolo della disfatta dell’albiceleste, definita "Mascherano – 10", parafrasando una delle tante definizioni di Maradona.

PROCESSO APERTO – Le critiche sono arrivate da tutte le parti, riportando alla ribalta la polemica sull’esclusione di Riquelme e generando una ridda di commenti negativi in diversi blog. Da Maradona ai giocatori, nessuno è stato risparmiato, a cominciare dai simboli della squadra. E’ stata sottolineata "l’incosistenza di Messi", "l’ingenuità di capitan Zanetti in occasione del raddoppio boliviano" e, in generale, "l’incapacità della squadra di produrre gioco e tenere la palla". E’ difficile riscontrare equilibrio di giudizi quando c’è di mezzo Maradona, ancor di più dopo una sconfitta tanto roboante. Se prima di ieri, per alcuni noti opinionisti Maradona era "il re di un Paese rinato calcisticamente, il riflesso in uno specchio di felicità che alimenta la autostima e il sogno di tornare ad alzare la Coppa del Mondo", oggi c’è chi si scaglia con veemenza contro Maradona e la sua gestione del gruppo. "L’Argentina ha fatto il gioco degli idioti, puntando sul contropiede e sulle sgroppate di Messi in un ambiente dove la mancanza d’ossigeno tagliava le gambe. Evidentemente Maradona non aveva nessuna idea sul tipo di gioco da dare alla squadra: palla a Messi e pedalare", una delle tante colonne d’opinione, che si conclude con un perentorio "Maradona è una vergogna". Per La Nacion, l’aspetto più preoccupante è stato "la mancanza di alternative strategiche e tattiche della squadra, il che apre seri interrogativi sul futuro della squadra". L’opinionista Enrique Sacco riconosceva qualche giorno fa che "tutto ciò che genera Maradona si converte sempre e semplicemente in uno spettacolo", ma questa volta si è trattato di uno show cui gli argentini non avrebbero voluto assistere e che probabilmente mai dimenticheranno. (Gazzetta dello Sport)

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