«Davanti al dramma dell'Abruzzo per prima cosa ho pensato che sarebbe stato giusto fermarsi tutti per partire e andare ad aiutare quella gente, in fondo il calcio non ha molto a che fare con la vita vera. Poi però è prevalsa la voglia di fare anche se questo dal punto di vista mentale costa molto sacrificio». Cesare Prandelli si è chiesto più volte in questi giorni se, date le circostanze, sarebbe stato meglio bloccare il campionato. Alla fine si è convinto che comunque anche scendendo in campo qualcosa si può fare. «Sono molto orgoglioso della nostra proprietà che ha deciso di devolvere tutto l'incasso della gara di domani con il Cagliari alle popolazioni terremotate - ha continuato il tecnico della Fiorentina -. La gente di Abruzzo è stata colpita in maniera tragica però sta affrontando tutto con grande dignità e questo gli fa onore, lo stesso vale per le tante persone che sono corse là per dare una mano. Anche i miei giocatori si sono mobilitati, ora bisogna soprattutto fare. Quanto ai tifosi viola non c'è bisogna di lanciare inviti particolari per venire numerosi domani allo stadio, Firenze è sempre stata generosa e lo dimostrerà anche stavolta. Mi auguro che tutti vivano questa partita con spirito e partecipazione esemplari - ha concluso Prandelli - e che il minuto di raccoglimento sia osservato in completo silenzio».

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