"Con Reja non c'era la garanzia di giocare"



Cristian Bucchi, ex attaccante del Cagliari attualmente all'Ascoli ma di proprietà del Napoli, ha rilasciato un'intervista a "Napoli Magazine".

- Prima di tutto come sta fisicamente?

"Attualmente sono a Cesenatico, dove mi sto curando perche' ho avuto un infortunio. Sono in fase di riabilitazione. Tra un mese spero di tornare a disposizione dell'Ascoli per le ultime gare. Lontano dal campo le mie attenzioni sono focalizzate sul recupero; nel fine settimana seguo tutte le gare ed in particolare quelle del Napoli".

- Il Napoli ha ottenuto 4 pareggi con Donadoni, ma non si vince da inizio gennaio...

"Il cambio del tecnico porta sempre una ventata di freschezza. Il Napoli ha disputato un inizio di campionato straordinario: si parlava di Champions e di Uefa. C'e' stata un po' di sfortuna ed e' subentrata la stanchezza per l'inizio anticipato della stagione. E' stato un periodo negativo, ma la squadra e' in ripresa. L'impronta del nuovo tecnico si vede: non sta accantonando nessuno, lavorando sul campo. I tifosi meritano di gioire presto".

- Nel momento in cui Reja ha lasciato Napoli ha parlato di diversi messaggi ricevuti da parte di ex giocatori che sono stati ceduti anche per sue scelte. Tra uno di questi messaggi c'era anche quello di Cristian Bucchi?

"No, non ho mandato messaggi al mister. Non e' mia consuetudine avere rapporti allacciati con gli allenatori. C'e' stato sempre un rapporto franco, da uomo a uomo, nel momento in cui eravamo entrambi a Napoli. Non ho mai nascosto le mie difficolta' nella gestione umana, prima ancora che tecnica, nei confronti di Reja. Non mi sono mai nascosto e gli ho detto sempre quello che pensavo. Non gli ho mai augurato che le cose gli andassero male, anzi mi ha fatto piacere quando l'anno scorso ha raggiunto l'Uefa. Tra l'altro Reja ha vinto due campionati a Napoli e non e' facile. Per quanto mi riguarda, sotto l'aspetto umano e professionale, non c'era una stima incredibile ma non l'ho mai nascosto. Confermo di non avergli inviato un messaggio di complimenti, anche se li merita i complimenti per quello che ha raggiunto a Napoli dal punto di vista tecnico".

- Resta il rammarico di non essere riuscito, dopo la bella annata a Modena, ad esprimere le sue qualita'...

"In ogni situazione ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Non mi sono mai nascosto dietro a un dito. Sono il primo che e' rimasto deluso, anche se devo dire che per le poche partite che ho giocato ho avuto la possibilita' di segnare comunque gol pesanti. Il mio rammarico resta uno: i giocatori voluti fortemente dall'allenatore sono stati subito messi in discussione. Il sottoscritto, Dalla Bona, Rullo e De Zerbi dovevano assicurare il salto di qualita', ma all'improvviso sono stati considerati giocatori non all'altezza della situazione seppur provenivamo da stagioni positive. Questo aspetto resta incomprensibile, perche' non si possono fare delle scelte tecniche per poi bocciarle subito dopo averle fatte. Su questo si basava il mio scontro con l'allenatore: posso anche disputare una stagione brutta, pero' voglio avere la possibilita' di viverla. Non e' possibile essere messi ogni giorno in discussione, non dico dal pubblico, che ha il diritto di esprimere un giudizio sulla prestazione del singolo, ma dal mio allenatore dal quale mi aspetto un pensiero diverso: purtroppo questo non c'e' stato. Negli anni successivi si e' verificata la stessa cosa con Calaiò. E' stato un po' come il cane che si mordeva la coda da solo. Questo e' stato il mio rammarico, che ho sempre manifestato al tecnico".

- E' anche vero pero' che fare delle scelte, come allenatore del Napoli, e vivere, da giocatore partenopeo, la piazza azzurra non e' mai facile...

"E' anche questo il bello. E' una sfida grande, perche' le pressioni sono sempre presenti e non e' mai facile fare la scelta giusta. Pero' e' pur vero che non c'era la possibilita' materiale di giocare 10 partite consecutive per far vedere le proprie qualita'. Al massimo c'era una partita o mezza partita; comunque era un trattamento riservato a tutti. Anche se segnavi in una partita non avevi la certezza di giocare la successiva. Ho citato 4-5 nomi, ma potrei farne 15. Secondo me, in una squadra, non deve mancare un filo logico, il modo di gestire il singolo giocatore e capire l'uomo, prima ancora del calciatore, cosa che Reja non ha mai fatto. Io, quando ho avuto la possibilita', gliel'ho sempre detto dal vivo".

- Risolto il suo problema fisico, dove immagina il suo futuro?

"Il mio futuro e' legato al Napoli, perche' ho ancora 2 anni di contratto con il club di De Laurentiis. Al termine di questa stagione rientro al Napoli. La mia speranza e' di poter svolgere la preparazione con la squadra e farmi conoscere dal nuovo allenatore. Questo non significa che faro' sicuramente parte della rosa. Ripartire da zero, con una persona che non mi conosce, mi offre degli stimoli per iniziare con entusiasmo questa nuova avventura napoletana con la speranza di farmi prima di tutto conoscere come persona. Poi il Napoli valutera' la mia posizione ed io, con grande serenita', accettero' ogni decisione".

- Cio' che conta, per il Napoli, e' chiudere la stagione a testa alta cercando di convincere Donadoni...

"Mi auguro che la squadra possa tornare presto a vincere. Questo finale di campionato consentira' a Marino e De Laurentiis di capire quali saranno i giocatori da acquistare per il salto di qualita'. Il lavoro di quest'anno non va comunque buttato via".

- Il saluto di Cristian Bucchi ai tifosi del Napoli...

"Saluto tutti i tifosi e li ringrazio per l'affetto dimostratomi in ogni momento. Un grande in bocca al lupo alla squadra e a tutta la tifoseria".

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine

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