Un Napoli piccino perde in casa del Cagliari. 2-0 per i rossoblu, con reti di Jeda e Lazzari. Una gara iniziata subito in salita per gli azzurri, letteralmente in bambola nei primi 15 minuti di gioco di fronte ad avversari dal passo rapido e molto determinati. La squadra di Donadoni ha cercato per 90 minuti esatti di rimettere in piede il risultato, producendo solo una vera grande occasione da gol, nel finale, con Lavezzi (splendida la risposta del portiere cagliaritano Marchetti). Napoli con poco orgoglio e con pochissime idee.

L'analisi azzurro per azzurro:

BUCCI: incolpevole sui gol di Jeda e Lazzari, un paio di volte ci mette una pezza. Decisivi gli interventi su Matri al 36° e al 49°. Da' sicurezza ai compagni.

SANTACROCE: soffre molto nel duello con lo sgusciante Matri, che riesce comunque a contenere, seppure con difficoltà.

CANNAVARO: una buona partita, quella del capitano, molto deciso negli interventi. Peccato per l'ammonizione che gli costerà la squalifica contro l'Inter. (dall'81°: DENIS: entra quando è troppo tardi.)

CONTINI: piuttosto attento. Bravissimo nell'anticipare in scivolata Jeda solo davanti alla porta a inizio ripresa.

MANNINI: fumoso, evanescente, combina poco sulla destra e poi, dopo l'ingresso di Russotto per Vitale, anche sul versante opposto.

PAZIENZA: tanta buona volontà, ma anche troppi errori nei passaggi, spesso fuori misura. Prova a verticalizzare la manovra, ma è troppo impreciso. (dal 59° DATOLO: finalmente l'argentino riece a metter in mostra qualche buon numero. Vivace, prova il dribbling, salta l'uomo, tira dalla distanza.)

BLASI: appare in difficoltà, visto l'appannamento di tanti altri compagni. Il suo impegno però è fuori discusssione.

HAMSIK: nel primo tempo è stato quasi inguardabile, con i suoi continui retropassaggi. Nella ripresa va un po' meglio, ma la sua prestazione è da bocciare.

VITALE: modesto il suo apporto in fase offensiva. Non si segnala neppure sui cross. (dal 73°: RUSSOTTO: venti minuti scarsi gli sono stati sufficienti per mostrare di essere per lo meno motivato rispetto ad altri compagni che sempre gli vengono preferiti.)

ZALAYETA: porta palla, fa salire la squadra... Va al tiro una sola volta.

LAVEZZI: che fine ha fatto il Pocho? Sembra spento, non è lui. Si segnala solo per un gran tiro al 91° deviato da Marchetti.

All. DONADONI: a questo punto dovrebbe cominciare a fare qualche esperimento. Che senso ha far giocare sempre gli stessi uomini? Perchè preferire sempre Zalayeta a Denis? Perchè far partire sempre Datolo e Russotto dalla panchina?

Antonello Perillo

Napoli Magazine

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