Dopo Cagliari-Napoli appare evidente il grande mistero rappresentato dai due volti del Napoli in questo campionato. Un Napoli bello all'andata, ma malmesso al ritorno. Meno male che nel girone d'andata si era messo molto fieno in cascina, perchè altrimenti bisognava rassegnarsi ad una retrocessione più che certa. La sconfitta subìta per 2-0 non cambia molto ai fini di classifica. Ci sono ancora 6 partite da giocare e da questo Napoli non ci si potrà aspettare alcunchè, salvo qualche miracolo. E' arrivata la prima sconfitta dell'era Donadoni. Quattro punti in cinque partite sono davvero pochi e non è stato sufficiente nemmeno il cambio dell'allenatore. L'arrivo di Donadoni non poteva certamente essere la panacea di tutti i mali. Insomma con l'allontanamento di Reja dalla panchina del Napoli si sono volute solo anticipare delle scelte che certamente saranno radicali nella prossima stagione. La mancanza di orgoglio degli azzurri, scesi in campo a Cagliari, è ben circoscritta nell'idea che ormai molti di loro non vestiranno più la casacca del Napoli del futuro. Ci si dovrà rimboccare le maniche senza pensare più agli errori commessi; ognuno dovrà fare un passo indietro senza lasciarsi accarezzare dal cuore o da sentimenti di riconoscenza nei confronti di chi ha fatto così bene in passato. La serie A è tutt'altra cosa e serve gente di valore se si vogliono gettare le basi per un futuro da leader. Lo ha ben capito il presidente De Laurentiis e la sua fretta di anticipare di qualche mese l'arrivo di Donadoni ne è la piena conferma. Per fare il cosiddetto salto di qualità bisogna però avere idee molto chiare. Bisognerà scegliere tra giocatori di talento, tra giocatori cioè del calibro di Cassano, Adriano, Ambrosini, Pirlo, o accontentarsi di buoni calciatori come Floccari, D'Agostino, Quagliarella e Ledesma. Se si vuole mirare in alto il tetto ingaggi va aumentato vertiginosamente. Investimenti importanti richiedono costi altissimi, non sempre però bilanciati da adeguati ricavi. Vale la pena correre rischi così alti in un momento di crisi finanziaria planetaria? L'importante è la permanenza in serie A. E' preferibile un "piccolo Napoli" esente da pericoli di retrocessione, che un "grande Napoli" pieno di debiti. I fallimenti e le retrocessioni, compresa quella allucinante in serie C, devono far riflettere chi vuole il bene del Napoli. Una sbagliata campagna acquisti non deve far perdere le staffe. Bisogna essere vicini alla società con giudizio. I voli pindarici li riserviamo ai nostri sogni. Non ci costano nulla e ci riempiono di gioia. Al caloroso De Laurentiis un piccolo consiglio. Un famoso detto napoletano recita così: "Stavo bene, per stare meglio, mi trovo qui...".

Vincenzo Petrazzuolo

Napoli Magazine

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